Guapparia è una canzone del 1914 scritta da Libero Bovio e musicata da Rodolfo Falvo Oggigiorno è annoverata tra i classici napoletani divenuti immortali celebri in tutto il mondo.

Guapparia parla di un uomo offeso dalla sua donna, Margherita, «'a femmena cchiù bella d''a 'Nfrascata». Chiama a raccolta un gruppo di suoi amici («Scetáteve guagliune 'e malavita!...») che sono in grado di suonare degli strumenti e li porta con sé per la città a cantare contro (o forse per?) la sua donna («pecché, stanotte, 'a voglio 'ntussecá»), urlando a tutti che senza alcun problema sarebbe capace di cantare fino al sorgere del giorno seguente solo per mettere «'ncroce a chi...mm'ha miso 'ncroce...». Tutto il “concertino” organizzato dagli altri ragazzi sembra essere profondamente partecipe della tristezza dell’amico innamorato ed offeso («chiagne tutt''o cuncertino, addó' ch'avess''a chiagnere sul'i'...»), che un tempo era il più potente del quartiere della Sanità, mentre ora, distrutto per amore, si è ridotto ad essere un poveraccio, quasi un buffone che ha perso tutta la “guapparia”...

Il guappo, ben diverso dal camorrista di oggi, è una figura tipica dell'universo popolare napoletano: rappresenta l'immagine dell'uomo d'onore gentiluomo e romantico, pronto a dirimere le controversie tra le persone e a convincere i giovanotti che avevano messo incinta qualche ragazza a mettere la testa a posto e a sposarla.

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                   Rita Rondinella                             M° Roberto Fabbriciani

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