Earth_wind_fireErano fortissimi, davvero. Nell’autoradio della macchina al primo accordo si spalancavano gli sportelli. No? Ok, senti Got to get you into my life (Il pezzo era dei Beatles). E poi senti ancora September

Un bel gruppo nero nero, capitanato dal batterista Maurice White, con una sezione di fiati, i “Phoenix horns” di Don Myrik, che ha fatto storia, con un vocalist, Philip Bailey, che sale sù in paradiso, e bei cori, belle canzoni e arrangiamenti e tanto tanto tiro nella ritmica.

E siccome era periodo di “Look”, questi ne scelsero uno veramente esagerato: eccoli in un incrocio tra i faraoni e guerre stellari, con i segni dello zodiaco e tanti riferimenti al bene universale. Una Gardaland di effetti speciali, solo che questi erano anche forti davvero. Il boom più forte rimane circoscritto a due anni (tra il ’78 e il ’79) con un sacco di hits, tra le quali spicca Fantasy che regna incontrastata nel terreno della Dance, ai mezzi solo coi Bee Gees.  Del resto quello era il periodo dei ritornelli armonizzati da coretti appesi lassù in falsetto quasi al femminile Boogie wonderlandEarth_wind_fire

Insomma un paio d’anni di fuochi d’artificio che hanno lasciato il segno. Tantissimi pezzi bomba in uno stesso LP non è una cosa che si vede spesso Sing a song

Prendetevi una compilation, tipo  “The very best of Earth….” della Columbia.  Poi….boh!

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Se li rivedi oggi, ti sembra di stare di fronte a Moira Orfei. E’ rimasto in piedi solo il trucco pesante e i tacchi alti, in una formazione rimaneggiata, con gli stessi brani di allora, che i nuovi io non li voglio sentire.

Ma magari mi sbaglio, è che io sono rimasto al ’79. Eh, la vecchiaia…

(Federico Capranica)

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