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OPERA NABUCCO

ORCHESTRA E CORO DELA TEATRO ALLA SCALA DI MILANO
DIRETTORE: GIANADREA GAVAZZENI
CD 1,  PARTE SECONDA SCENA PRIMA
BRANO 11, ARIA  Anch io dischiuso un giorno (Elena Suliotis)

Per  il ruolo di Abigaille, ho scelto il  soprano drammatico Elena Suliotis. Grande voce, grande temperamento,  voce dolcissima ma nello stesso tempo agghiacciante nel registro più scuro, filati eccezionali quasi angelici contrapposti a bassi profondi, agilità  svettanti e cantabilità sconvolgente, voce cristallina e cupa insieme, tecnica perfetta che non smentisce la natura dei soprani greci.
     Insomma una macchina perfetta, un bolide guidato da un pilota  “fuori classe”,  che avrebbe dovuto sostituire la Callas per grinta e vocalità, ma i casi della vita…..
     Si evince dalla guida all’ascolto che propongo, un passaggio, dalla zona più acuta del suo registro alla zona di petto, meraviglioso e pulito, che identifica un personaggio fragile e scontroso nello stesso tempo. Insomma Lei ben identifica l’ambiguità che cercava Verdi, sia nella versatilità del personaggio teatrale che nella sua vocalità.  Per non parlare dell’aria finale (la morte), ci si commuove in 12 secondi, questa è l’arte lirica.
       Sarebbe stata una grande insegnante oggi e sicuramente avrebbe creato una scuola di canto degna di questo nome.   Finalmente come ascoltare un CD senza seguire un libretto, comprensione del testo in maniera totale senza sforzi abnormi, persino sui filati  si comprendono le vocali.  Il fraseggio è estatico senza inottemperanze a ciò che è scritto, senza “tradizioni” ma solo musica vera, e difetti?  Io non ne trovo, visto che attualmente, se ne sentono di tutti i colori, sia dal vivo che in cd.
     Ancora mi chiedo, sconvolta, dopo aver letto un’intervista alla famiglia, il perché questa grande Artista sia caduta nel dimenticatoio così in fretta, forse non accondiscendeva alla mondanità, forse passava troppo tempo a studiare  piuttosto che nei salotti mondani?
      E già una voce così, avrebbe dovuto cantare e forse far da esempio a quanti oggi ritengono tale arte una forma di puro intrattenimento piuttosto che di cultura.    

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DUE PAROLE SULLA VITA DI….ELENA SULIOTIS

         Nata ad Atene nel 1943. Emigrata in Argentina con i genitori sin dal 1948, si è trasferita in Italia nel 1962, dove ha studiato canto sotto la guida di Merdedes Lliopart. Il debutto operistico è avvenuto nel 1964 a Napoli in Cavalleria rusticana di Mascagni in cui la Suliotis dette prova di un temperamento drammatico di prim'ordine che faceva presagire dei risultati di assoluta eccezionalità. Il successo ottenuto veniva confermato nelle successive esibizioni, a New York, Chicago, Città del Messico; nel 1966 inaugurava il XXIX Maggio Musicale Fiorentino con la Luisa Miller di Verdi. Nello stesso anno, il 7 dicembre, ha inaugurato la stagione lirica del Teatro alla Scala - un grande onore - nel ruolo di Abigaille nel Nabucco di Verdi, opera cantata anche al Teatro dell'Opera di Roma e successivamente registrata con Decca.
          La sua resa delle diaboliche intenzioni di quel personaggio è sconvolgente. Nel 1969 al Covent Garden di Londra ha dato un'interpretazione davvero agghiacciante di Lady Macbeth. La sua felina presenza scenica, che si combinava con la potenza del suo registro di petto, si addiceva benissimo a questo fosco ruolo, ed essa è stata parimenti autorevole Abigaille quando nel 1972 è andata in scena sempre al Covent Garden. In seguito ha notevolmente ampliato il repertorio con opere di notevole difficoltà quali La Gioconda di Ponchielli, Norma di Bellini, Anna Bolena di Donizetti. Si può senza dubbio dire che la meteolica carriera della Suliotis verso la fine degli anni sessanta segnò un avvenimento notevole di quell'epoca.
          Aveva tutte le prerogative per diventare l'erede della Callas, come venne infatti salutata a quel tempo. Dopo il matrimonio e la nascita di una figlia ha abbandonato le scene per dedicarsi completamente alla famiglia, ma l'emozione da lei suscitata viene tuttora comunicata nelle sue registrazioni che la fanno collocare fra le grandi. Troppo presto dimenticata dal mondo della lirica, muore a Firenze a soli 61 anni, il 4 dicembre 2004, nell'indifferenza anche della sua città adottiva.

(Ida Decenvirale)

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